BUGIE: IDENTIKIT DEL BUGIARDO
A chi non è mai capitato di dire una bugia? Se avete risposto “a me” ne avete appena detta una, perché succede almeno da bambini fino a cinque anni, quando è difficile distinguere la realtà dalla fantasia e la bugia è prodotto della fervida immaginazione infantile. Ma se mentire diventa sistematico, se la propria vita la si percepisce non abbastanza valida da essere autenticamente vissuta e raccontata e se la menzogna diventa l’ unico possibile stile di rapporto, non ci troviamo più di fronte ad un tenero Pinocchio ma ad un vero e proprio mitomane.
I bugiardi patologici sono dappertutto, chiunque nella sua vita ne conosce almeno uno e quando l’inganno viene svelato, restarne amico non è certo facile. Sono persone che vivono in un mondo tutto loro, fragili, insicuri, con una bassa autostima e un forte bisogno di considerazione e d’accettazione da parte degli altri.
L’ unica possibilità di sfuggire ad una rappresentazione di sé tanto avvilente è la fuga continua in una realtà parallela fatta di successi, acquisti favolosi, conquiste amorose, jet, panfili e castelli. Castelli si, di frottole! Il cui termine scientifico è “pseudologia fantastica”.
La mitomania è la tendenza abituale ad inventare bugie servendosi spesso dell’esagerazione, ragion per cui è spesso associata alla megalomania. Sono entrambi dei meccanismi di difesa dall’ infausto destino della depressione e caratterizzano la personalità cosiddetta “isterica-istrionica”.
Quando il gioco non regge più il rischio di stress è molto forte, spesso diventano apatici, aggressivi, alcuni tentano persino il suicidio. Ricordate casi di cronaca a proposito di ragazzi presunti laureandi che realmente non sapevano nemmeno come fosse fatta l’aula universitaria, che si sono uccisi per l’insopportabile vergogna quando i fittizi successi accademici all’ improvviso sono stati scoperti? Ecco, per esempio sono loro i millantatori depressi ai quali mi riferisco.
Causa frequente del disturbo sono i giudizi negativi e la non accettazione ricevuti in famiglia che nel tempo determinano lo svilimento di potenzialità e capacità. La psicoterapia punta al superamento dell’immagine negativa di sé con graduale recupero della coscienza della propria realtà morale e materiale nonché sociale. Certo non è facile che arrivino all’attenzione dello psico-esperto, perché l’ idea stessa della cura è per loro un’intollerabile umiliazione.
I media rafforzano di continuo la bugia che desta lo scoop mentre interessa meno la “normale” quotidianità dove mentire sistematicamente non è semplice bisogno d’apparire ma cosa più complessa: la bugia è metafora di vita, la menzogna è percepita come l’unica degna possibilità d’esistenza.
Questi alcuni indizi del linguaggio del corpo a svelare una possibile bugia:
- prendere le distanze dall’oggetto del discorso come “questa-quella persona… questa cosa che dici…”;
- usa spesso frasi fatte e rafforza le sue affermazioni ripetendo “la verità è che… in tutta sincerità… onestamente…”;
- ripete la domanda che gli è stata fatta nella sua risposta a prendere tempo;
- fissa negli occhi sapendo che chi dice la verità guarda con serenità il suo interlocutore, l’emulazione però determina un risultato innaturale;
- quando sorride non lo fa con tutti i muscoli del volto (gli occhi per esempio non sorridono) e lo fa anche quando non serve ridere;
- fornisce pochi o fin troppi dettagli lasciando nell’interlocutore solo una gran confusione;
- mentre parla si sfrega spesso gli occhi (soprattutto gli uomini) e si mette apposto i vestiti;
- essere incalzanti con le domande mette all’angolo il bugiardo che presto si contraddirà, anche con il linguaggio del corpo (vedi le spalle scrollate mentre afferma una certa cosa);
- non è capace di ripetere la storiella partendo dalla fine, quindi nel dubbio, chiedete di ripercorrere a ritroso i fatti appena descritti e vedrete che gran fatica fa a ricordare in modo cronologico;
- mentire è una situazione stressante, hanno infatti i piedi spesso direzionati verso una “via di fuga”;
- costruiscono una barriera tra se e l’altro, sbattendo le palpebre, abbassando o girando la testa, abbassando il tono della voce, prendendo un oggetto da frapporre tra sé e l’altro.
Preso singolarmente ogni indizio può rivelare poco ma se si verificano insieme allora siete autorizzati a pensare che vi state relazionando ad un bugiardo.
Spesso è anche molto utile lavorare con le vittime dei bugiardi, cercando di farli riflettere sui motivi che li legano a persone scarsamente affidabili e per iniziare a ricostruire la loro dignità offesa dalla relazione con un bugiardo patologico.
Dott.ssa Claudia Martorano sul Bugiardo Patologico.