PERCHÈ ANDARE DALLO PSICOLOGO

PERCHÈ ANDARE DALLO PSICOLOGO

Tanto per cominciare, Platone diceva che all’anima fanno bene i colloqui belli e profondi. Potete facilmente constatarlo quando in seguito ad una costruttiva conversazione vi sentite arricchiti e rilassati.

Perchè andare dallo Psicologo Siena Psicologia, Psicoterapia Siena

Non capita sempre, è importante che abbiate scelto l’interlocutore giusto, che sia stato in grado di ascoltarvi davvero. Solo che tra l’esperto e il conoscente c’è una gran differenza. Mi capita spesso di sentir dire dai miei pazienti “io è da tanto che glielo dico ma sembra aver dato retta solo a lei dottoressa, perché lei c’è riuscita ed io no?”. Chiaramente a me la risposta risulta abbastanza ovvia, ma mi rendo conto che non è così immediato capire, dunque proverò a spiegarlo. La differenza che riscontrate tra il terapeuta e il partner, non dipende unicamente dal fatto che il primo ha studiato per capire e risolvere ciò che il secondo, se dotato di sensibilità ed empatia, può soltanto intuire.

PERCHÈ ANDARE DALLO PSICOLOGO

La spiegazione più esaustiva è rappresentata dal fatto che lo psicologo non è in una posizione giudicante, non è coinvolto sentimentalmente il che gli garantisce di sicuro maggiore lucidità ed obiettività, ascolta con la pancia le emozioni evocate dal racconto dei fatti e le riporta mentalizzate in un modo che sia comprensibile ed accettabile per il paziente. Il tutto avviene in un contesto protetto, dove la prima garanzia di privacy è senz’altro il rigoroso segreto professionale. Ovviamente la preparazione tecnica ed umana, porta a comprendere come solo l’esperto sa fare, ad intuire per esempio quando si tratta di un cliché amoroso inconsciamente perpetuato anziché consolare l’amica così tanto sfortunata con gli uomini. Il supporto sociale che riceve una persona bisognosa d’aiuto è molto importante e occorre far leva su queste risorse, ma non dimenticate che ci sono situazioni che per quanto sofferenti danno dei “benefici secondari” come essere coccolati e al centro dell’attenzione. Il capriccio di un bambino si estingue con l’indifferenza ancor più che con le grida, perché sono comunque segnali d’attenzione e i bimbi, come gli adulti con disagio, non chiedono altro. Per la serie “nel bene o nel male, purché se ne parli”. In questi casi, bisogna stare attenti a non rinforzare il comportamento patologico, si dovrebbe evitare cioè, di compatire quanto ammonire.
La cosa più corretta sarebbe ascoltare e capire, e portare l’altro alla consapevolezza di quel che accade. E per farlo, ecco che ci vuole una relazione caratterizzata da neutralità innanzitutto, e di una persona che sia preparata tanto sul piano teorico quanto umano. Si offrono poi punti di vista e chiavi di lettura diversi di uno stesso fenomeno, si cerca insieme una maniera d’esistere più sana e funzionale.

Se il problema è relazionale, si funge da mediatori, come un interprete che cerca di far comunicare due individui, che finché tentano di raggiungersi parlando con due lingue diverse, non fanno che perdere tempo ed energia. Il compito non sarà scegliere chi dei due dovrà imparare la lingua dell’altro ma insegnarne loro una terza nuova, che abbia in sé la rielaborazione dei consueti codici d’entrambi.

Ancora, nei casi di psicosomatica, quale che sia l’organo bersaglio, le cure mediche non bastano, sono palliativi. Potete passare anni a spargevi con cura la crema che il dermatologo di fiducia vi ha prescritto per quel fastidioso ed improvviso sfogo cutaneo, ma se non imparate a dirvi le cose come stanno, il vostro corpo continuerà a mandare messaggi d’arresa di crescente intensità.

Quando si lamenta un problema di salute, occorre sempre andare dal medico e fare un esame che escluda la causa organica. Fatto questo, se le cure non bastano e se il problema è recidivante, come la candida, la gastrite, le emicranie e via dicendo, allora non vi resta che trovare il coraggio di aprire quel vaso di Pandora.
Alcuni dicono “ma la terapia ha un costo” (che comunque è detraibile dalle tasse!). Signori vi dico, dei soldi che avete speso una vita dal parrucchiere per i vostri capelli fragili che cascano e che facilmente si spezzano, ne avreste risparmiato un bel po’ se aveste fatto un ciclo di terapia a contrastare gli effetti collaterali dello stress, come l’impoverimento del capello appunto. Non me ne vogliano i parrucchieri, il mio è solo un esempio che va bene per generalizzarlo a tutte le costose pratiche di bellezza, nulla in confronto ai sorprendenti effetti del benessere mentale. E se è ovvio che star bene dentro corrisponde a stare bene fuori, riflettete se questo buon presupposto è stato messo in pratica, altrimenti, vi domando cosa state ancora aspettando, il momento giusto è ora e la serenità, non ha prezzo.

Dott.ssa Claudia Martorano

About Claudia Dott.ssa Martorano

Psicologo Psicoterapeuta. Esperta e cultrice della propria materia, ne divulga con passione i contributi più importanti e rivoluzionari. Riceve a Siena, in v.le Toselli 43 - Studio Medico 2 Ponti

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