LA COPPIA: L’UNIONE FA LA FORZA
Quando due persone si uniscono si aspettano di aver creato una coppia ma si sbagliano. Voglio dire, è vero in senso formale ma non certo nel senso di unione vitale; se si considera la coppia come la semplice somma delle sue parti i guai in amore non tarderanno ad arrivare.
Fare coppia significa guardare nella stessa direzione, avere un progetto condiviso, fare compromessi in nome di questo patto. Significa generare e concretizzare un’intenzione condivisa. Perché una coppia sia “utile” cioè sana, DEVE consentire una crescita anche individuale; più crescono i partner come singoli, più ha potere di crescere la coppia. Questo significa che quando ci innamoriamo dobbiamo imparare innanzitutto a creare un equilibrio tra “la mia vita a prescindere da te” e “la nostra coppia”. Se la persona si annienta non cresce l’individuo e nemmeno la coppia, se la persona al contrario è presa così tanto da se stessa da considerare il partner come un piacevole accessorio, la coppia non esiste.
Prendere la mira giusta tra gli impegni personali e l’appuntamento con l’amore non è l’unico compito. Un aspetto altrettanto importante riguarda le rispettive famiglie d’origine. Certi del bagaglio di conoscenze e valori d’appartenenza, non possiamo non considerare che l’altro è portatore a sua volta di credenze e modelli di comportamento. Se credo quindi che nella relazione il partner prenderà la forma a me familiare sto sbagliando di nuovo. Amare richiede accettare la differenza di cui l’altro è portatore e saper costruire insieme un’unione simile e diversa rispetto al passato.
Del resto è proprio la differenza percepita nell’altro a renderlo interessante, l’attrazione cioè verso una certa caratteristica o competenza di cui è portatore e con cui desidero rafforzare le mie chances. Nelle sedute di coppia spesso il problema è rappresentato da ciò che all’inizio legava. Questo dice qualcosa a proposito di un’altra questione; non posso dare per scontata la relazione. Come su detto, intanto che si continua a stare insieme si cresce individualmente con conseguenti nuove necessità ed esigenza di aggiustamento reciproco. Altrimenti si rischia un’ impasse da cui è difficile uscire se non si compiono movimenti opportuni e tempestivi. In ultimo, non certo per importanza, non sono poche le richieste d’aiuto per difficoltà sessuali, le più frequenti il vaginismo psicologico e il deficit erettivo.
Il problema sessuale è sintomo di una distanza che si è creata o che c’è sempre stata, che non può che tradursi anche sul piano fisico. Se ad esempio due persone non comunicano nel modo giusto a risentirne è proprio l’intimità, in quanto essere intimi significa essere vicini, sentire il bisogno di toccarsi, di “tenersi stretti”. Questa forma di comunicazione non verbale contribuisce fortemente a creare il legame emotivo e la sua qualità è espressione della presenza di un linguaggio condiviso o meno.