AMORE: COSA CERCHI DAVVERO?
Spesso l’amore sui biglietti dei cioccolatini o delle canzoni è struggente, melodrammatico, considerato passionale proprio perché incerto e sfuggente. Può sembrare romantico persino un amore non corrisposto!
Molte storie senza più amore possono tenere per ragioni diverse quali per esempio abitudine, figli, condizionamento sociale, interesse economico. Quella più frequente però è certamente la paura di stare soli, più frequente o quantomeno più evidente, nelle donne. Così si portano avanti relazioni che si tengono più sul sacrificio che sulla serenità, instabili e cicliche rispetto alla vicinanza e lontananza emotiva del partner. Un “amore” che va e viene senza possibilità di progetto e quindi crescita. Se guardiamo più da vicino, conosciamo spesso con una storia relazionale familiare che non ha fornito dal punto di vista emotivo e psicologico un sostegno adeguato, un nutrimento affettivo stabile, una base sicura su cui contare nel momento del bisogno.
Costruiamo il senso del nostro valore e il diritto ad essere amati e riconosciuti sulla base di queste prime importanti relazioni.
Un bambino che ha percepito il messaggio “non sei degno di amore e considerazione, i tuoi bisogni sono poco importanti, la tua opinione non conta” tenderà da adulto a ripetere incontri in cui l’altro attiva questa rappresentazione di se stesso.
Cosa e come fa sentire l’altro in relazione è quindi una componente importante nella scelta del partner e nel sentimento che nutriamo. Se una persona fa vibrare quelle corde legate alla sensazione di non amore, rifiuto, ansia e preoccupazione rispetto all’accessibilità dell’altro, potrebbe essere scelto per la voglia illusa di riscatto, di cambiare il finale della propria storia. In questi incastri amorosi, spesso per tutti e due si può parlare di dipendenza, in lui “mascherata” , cioè meglio agita rispetto al lavoro, all’alcol, alle sostanze che non sul piano relazionale. Quando il bisogno d’attaccamento e di accudimento diventano il principale carburante relazionale, siamo finiti in una storia che imprigiona, che rende l’umore instabile come il rapporto, porta ad ansia e depressione, rabbia verso se stessi per la constatazione di “cascare ogni volta” in storie sbagliate e per il tradimento auto inferto rispetto al sacro diritto di stare bene.
Dipendenza non è Amore. L’amore è un valore aggiunto, fa stare bene, nel litigio che normalmente accade tra partner la relazione non viene messa in discussione, è un amore stabile basato sul sentimento reciproco e sul rispetto dell’individualità e libertà dell’altro. L’amore consente di crescere, la dipendenza no!
La relazione con dipendenza inoltre, porta ad un dispendio enorme d’energia fisica e psichica, per la sopportazione di una situazione che non appaga e per l’impegno su qualcuno che vorremmo diverso-migliore.
La lotta “non posso stare con te-non posso stare senza di te” va osservata perché comunica qualcosa di importante riguardo a se stessi (spesso non è nemmeno vero che si sta soffrendo principalmente per il partner ma per ferite personali mai rimarginate-elaborate). Queste persone possono affermare “mi sono stancato/a di tutti, ho chiuso con l’amore”.
Il problema non è l’amore ma la strumentalizzazione della relazione per appagare bisogni di vecchia data. Solo quando si è completi si può sperare nell’incontro giusto. Non due metà ma due unità, questo l’incastro a cui tendere perché l’amore sia amore. L’amore è vicinanza, è condivisione, è lavoro di squadra, supporto ma per evolvere ha bisogno di capacità di indipendenza e di autonomia.
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